Facile facile troppo facile, vecchie cariatidi del pancarcor, gente a caso che in quegli anni li ha ascoltato panc, sorelle, fratelli di convenienza, zie prese bene dai pantaloni larghi ecc... i Nofx li hanno sentiti tutti, li hanno visti tutti, ovunque, e in tutte le salse.
Sembra anche facile parlare di questo LP, il 4° della band californiana, pubblicato dopo l'uscita del metallarissimo Steve (fat mike continua ad insistere che la colpa sia dei suoi capelli, ma la realtà è che ci dava giù duro di alcool e drogucce) che fa giusto in tempo a registrare l'altro capolavoro "Ribbed" e l'ingresso dell'unico Musicista della band (a detta di loro stessi) che è El Hefe, polistrumentista dalle origini chicane abile e anche ottimo cantante.
Pubblicano quell'EP immenso intitolato The Longest Line e poi eccoci con questo discone, secondo me il migliore loro, alla faccia di punk in drublic che ok bello e tutto ma ha di per contro qualche pezzo di troppo e poi boh, i ritornelli migliori stanno qui, senza contare le contaminazioni varie che sfociano nell'incredibile cover di Straight Edge dei Minor Threat, rivista in chiave jazz (!!!) e genialate alla Please Play This Song on the Radio, chissà se qualche balordo DJ ci cascò...!
Ah, in principio il disco sarebbe dovuto chiamarsi "White Trash, Two Kikes, and a Spic", il significato è lo stesso ma suonava un po' più razzista, nonostante parlasse di loro stessi, quindi decisero di cambiare.
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