mercoledì 6 novembre 2013

Black Flag - My War - 1983


Sui Black Flag potrei scriverci una tesi di laurea, giuro, ho letto di tutto, libri, interviste, testi, visto foto, imparato tutte le lineup, ma soprattutto consumato i dischi.
Si potrebbe parlare tanto, di qualsiasi cosa, dei rapporti interni al gruppo, dell'impatto musicale, del modo di porsi, le grafiche di pettibon, di tutto.
Partiamo dal fatto che io divido i Flag in 2 situazioni:
il pre rollins, band hardcore potentissima e innovativa che fa disastri in tutta la california, concerti sold out, pezzi memorabili, scontri con la polizia
il periodo rollins, la band è una creatura in mutazione, i pezzi rallentano, le prove e i tour aumentano e a quanto pare i soldi mancano sempre.
La parte più interessante è sicuramente la seconda, quando il suono classico hardcore, dapprima definito su Damaged viene poi contaminato nei lavori successivi.
In particolare la vera spaccatura nella carriera dei flag avviene nel momento in cui si passa dal lato A al lato B di My War!
Il primo lato rimane su canoni hardcore sulla scia di Damaged magari un po' appesantiti, invece nel secondo lato troviamo 3 pezzi da più di 6 minuti l'uno lenti, violenti e ossessivi, praticamente sono i black sabbath suonati da un gruppo punk, sulla scia di questo misto nascerà lo sludge.
Curiose sono anche le vicende che girano attorno alla formazione del periodo, Robo lascia la batteria in quanto a causa di permessi di soggiorno non potè tornare dal tour inglese dell'81, poi passarono e vennero cacciati il sedicenne Emil Johnson (si prese a botte con il roadie storico Mugger) e l'ex D.O.A. Chuck Biscuit (non era d'accordo con i ritmi di sala prove), alla fine entrò Bill Stevenson che, messi in pausa i Descendents diede anima e corpo a questo gruppo, al basso poco prima della registrazione del disco venne fatto fuori pure Chuck Dukowski, in quanto Ginn voleva da un po' un cambiamento del suono, per porre fine a questa situazione ci pensò Rollins ad escluderlo dalla formazione (Duke però continuò a collaborare nella band come tour manager e anche songwriter all'occorrenza), le tracce di basso furono quindi registrate da Ginn sotto falso nome di "Dale Nixon", e nella band entrò Kira Roessler, che insieme poi a Rollins e al onnipresente (onnipotente?) Ginn compose la migliore formazione del gruppo, che in 3 anni registrò 4 dischi e macinò migliaia di chilometri su un furgone.
My War dev'essere un po' una spinta a scoprire quella parte della discografia dei Black Flag che spesso viene snobbata specialmente dai molti, troppi flag-tatuati, flag-magliettati, flag-ovunque che poi magari si fermano a Damage perché "rollins ha rovinato i flag" "sono diventati troppo lenti" ecc...
Ogni disco è una storia a parte, dopo My War possiamo apprezzare l'esperimento spoken word/strumentale di Family Man, il proto-stoner di Slip It In, la potenza ossessiva quasi metal di Loose Nut, l'approccio jazz di Ginn di In My Head (forse il mio preferito), i deliri strumentali jazz core di The Process of Weeding Out.
Ho cercato di stare stretto e alla fine ho scritto un poema... sticazzi, il disco sta ancora girando.

(la foto è della formazione con Martinez al posto di Stevenson, quindi metà 85, però mi piaceva)


olta:

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