lunedì 30 settembre 2013

Wipers - Over the Edge - 1983


Autunno, piove. Tiriamo fuori i dischi adatti.
Una delle band più sottovalutate della storia, vuoi per i pochi tour, vuoi per la loro tendenza a fare pezzi lunghi, in disaccordo con la tendenza del momento (parlo dei primi anni 80), riuscirono a raccogliere un po' di consensi solo dopo che i Nirvana li coverizzarono e dopo che Cobain li definì una delle sue maggiori influenze.
L'album in questione è sicuramente il loro pezzo più pregiato, suoni scuri, tragicità a palate e melodie prettamente post punk su una ossessiva base punk rock.
Se volete farvi un'idea completa del loro primo periodo c'è un boxset dei primi 3 dischi più rarità che si trova anche a meno di 15 carte, e dopo una vita a cui al povero Greg Sage gli stampano e ristampano sotto il naso tutti i dischi senza dargli un cent di royalities direi che se lo merita (il boxset infatti è fuori per la Zeno Records, etichetta di Sage).
Potrebbero diventare uno dei vostri gruppi preferiti. Con me successe!



cogli:

venerdì 27 settembre 2013

The Stooges - Fun House - 1970

 

Lo ammetto, ho riflettuto parecchio (all'incirca 20 secondi) sul quale dei 3 dischi degli Stooges pubblicare.
Il primo è sempre il primo e ci ha dentro le immortali wanna be your dog e no fun... su Raw Power c'era quel bell'aneddoto sulla Loudness War che mi piace sempre sciorinare quando si parla di master (i miei amici evitano accuratamente l'argomento oramai...) e tutto il discorso sui mix alternativi che vi lascio scovare. Alla fine sono ricaduto su Fun House (ciò non toglie che se non l'avete già fatto, dovete procurarvi assolutamente anche gli altri 2).
Non c'è un motivo particolare, tanto il trittico degli Stooges è tutto da manuale, rock selvaggio e improntato già sul punk, i pezzi sono da manuale, dei maledetti inni, super coverizzati e super conosciuti, quindi parliamo del lato che più mi interessa a questo punto... la registrazione!
Insomma la Elektra affidò il compito di produrre il disco a Gallucci, il quale già si accorse della difficoltà di mettere su nastro un gruppo così dirompente e più adatto a situazioni live.
Ad ogni modo prepararono lo studio isolando bene gli strumenti con dei deflettori e predisponendo un bel microfono a condensatore su asta per iggy, i risultati di questo però per il gruppo non erano soddisfacenti, così risistemarono lo studio in modo da ricreare una situazione "live", con ampli affiancati, nessun separatore tra gli strumenti, e un bel microfono in mano a Iggy. Il risultato si sente e per quel che mi riguarda è una bomba, praticamente un disco live registrato in studio.
Mi sono dilungato anche troppo, daje de ruock.



lift up:

giovedì 26 settembre 2013

Shellac - At Action Park - 1994


Altro post "su suggerimento".
Mi capita di fermare in modo quasi rocambolesco questo amico in bici, prima cosa che mi dice è: "stavo ascoltando gli Shellac, che tralaltro non ci sono ancora sul tuo blog".
Ok, eccomi qui, tanto oggi è il giorno giusto per questi suoni.
Shellac quindi, creatura fondata dal guru dei suoni Steve Albini, che dopo aver fatto del terrorismo sonoro (Big Black) e sociale (Rapeman) insieme all'altro guru Bob Weston (ricordo che questi due insieme fecero produzioni e suoni di "In utero") e al batterista Todd Trainer mettono su questa band destinata a lasciare ancora il segno.
I suoni sono decisamente taglienti e ricercati, ritmiche ossessive, sempre tutto dedito al "rumore" ma fatto più in ottica di sonorità moderne (dell'epoca), dove la potenza sonora era spinta più in la e la tecnica era comunque notevole (senti i contemporanei Don Caballero, Unsane, Drive Like Jehu...).
Non servono altre garanzie, però giusto per fatto di cronaca, loro erano ovviamente di chicago (e abbiamo giù detto quanto questa città abbia avuto dei gruppi fichi) e uscirono ovviamente per Touch and Go, che nei decenni 80-90 aveva sempre le orecchie puntate sulle band giuste, a quanto pare.



qui:

mercoledì 25 settembre 2013

Nomeansno - Wrong - 1989


Il bello di aver messo su questo blog è che poi quando becco laggente in giro è uno spunto in più per parlare di musica. E per musica intendo la musicaggiusta.
Ieri sera appunto un ragazzo di cui terrò l'identità nascosta mi fa "ehi, ma sul tuo blog mancano i Nomeansno", già, erano in lista, è che ogni tanto voglio scrivere di gruppi più malcagati (tipo i Naked Raygun ieri) per far vedere che sono un fico (e al contempo uno sfigato) a conoscere certe perle.
Quindi, siori, eccolo qui, quel disco che ogni anno che lo suonate risulta sempre fresco, il capolavoro assoluto dei fratelli Wright, quel perfetto guazzabuglio (esiste come parola?) di hardcore, jazz, funky e ritmiche che cominciano già a fare i primi richiami al math.
Ai più attenti lettori del blog sarà sicuramente saltata all'orecchio l'influenza dei Minutemen specialmente per il lavoro del basso di Rob.
Tralaltro loro sono ancora in giro con il loro furgone portandosi in tour quasi sempre dei giovani gruppi canadesi, dal vivo sono delle gran cannonate nonostante la loro età non proprio adolescenziale. 
Se capitano andate a vederli perché potrebbero non durare moltissimo.



tastelo:

martedì 24 settembre 2013

Naked Raygun - Jettison - 1988


Comincio a mantenere delle promesse! Quando parlai dei Pegboy, promisi che in futuro avrei parlato dei Naked Raygun.
E lo faccio con quello che probabilmente è il loro disco migliore, i nostri capirono bene dove incanalare le forze, come mixare alla perfezione dissonanze e cori "whoa" (notare la anthemica d'apertura Soldier's Requiem), imparando certo la lezione degli huskers ma rielaborandosela in una chiave più punk rock e meno pop (cazzo sto dicendo?!).
Comunque è uno di quei gruppi che negli anni 80 ha seminato parecchio e guardando in giro cosa condivide la gente tipo su facebook, ha raccolto poco, e merita sicuramente di più, quindi aprite le orecchie, maledetti!
PS: anche qui coverona di peso, ma questa è veramente troppo facile, me la scovate subito, inoltre viene anche presentata...



ascoltame:

lunedì 23 settembre 2013

The Locust - Plague Soundscapes - 2003


Parlare dei Locust mi viene difficile, perché in questo grosso calderone ci si trova un sacco di cose:
attitudine grindcore, cambi di tempo tanto veloci quanto continui, uso smodato del sintetizzatore, voci pazze, titoli autoesplicativi, testi che "ti odio", le maschere.
Ecco quindi non dirò altro, costruitevi voi la vostra recensione, dico solo che quando li vidi dal vivo ci rimasi male per quanto riuscivano a suonare bene / non parlarsi o guardarsi / spiazzare il pubblico contemporaneamente.
Questo è il disco con cui li conobbi e l'unico loro che campeggia orgoglioso sullo scaffale, anche gli altri dischi son fichi, in particolare le Peel Sessions sono una sassata.
Poi, se siete coraggiosi o non avete a cuore la vostra salute mentale, vi consiglio come passare le prossime due ore qui: boooooom.



the soundscape:

venerdì 20 settembre 2013

Wire - Pink Flag - 1977


Della incredibile trilogia dei '70 dei Wire il mio preferito rimane questo Pink Flag, il primo.
Sicuramente per la maggior istintività presente nei pezzi, molto più punk che post.
Ad ogni modo un tratto distintivo del quartetto londinese sicuramente è la minimalità rispetto ai compari dell'epoca, senza disdegnare un tratto melodico spiccato e il dare più attenzione al lato artistico rispetto a quello ribelle dell'epoca.
Insieme a Chairs Missing e 154 formano una triade di dischi imperdibili e imprescindibili per capire quel periodo.
Ah, in futuro furono coverizzati a destra e a manca, la cover che mi è rimasta più nel cuore fu quella dei Minor Threat (lascio a voi il compito di scovarla) perché la ascoltai prima di conoscere i Wire.
Capita.



asco:

giovedì 19 settembre 2013

Fucked Up - The Chemistry of Common Life - 2008


I Fucked Up.... i Fucked Up... c'è poco da fare, nel decennio scorso il mondo del punk rock è stato sengnato in maniera indelebile da questi canadesi.
Una fila interminabile di EP, esibizioni che comunque nel 2010 possono risultare shockanti o quantomeno degne di attenzioni al di fuori dell'ambiente underground (tipo la foto quassotto).
Ma parliamo di musica.
Dopo il primo lunghissimo LP "Hidden Life" uscito per la mia carissima Deranged Records, i nostri firmano per la Matador e pubblicano questo disco, ci sono ancora le schegge punk e la voce è sempre urlata, ma c'è come un misto di suoni "space rock", sovraincisioni di vari strumenti, atmosfere più dilatate, c'è pure il pezzo strumentale.
È un disco completo, come non ce ne sono molti nell'ambito. Non so se è un album che mi ascolterò ancora tra 20 anni, ma intanto siamo qui e godiamocelo alla grande.



aaaaaaa:

mercoledì 18 settembre 2013

Rites of Spring - s/t - 1985


Poche sono le band che in meno di due anni, meno di 20 concerti, un disco e un ep (postumo) abbiano lasciato l'impronta che lasciarono i Rites of Spring.
Uscito nel giugno dell'85, inaugurarono quella che poi venne ribattezzata "Revolution Summer", periodo in cui l'harDCore (ovvero l'hc di washington) cambiò faccia: pezzi più lenti, meno urlati e più cantati, testi più riflessivi e profondi, anche senza perdere l'impegno politico.
Si dice che l'emo parta da qui, anche se sul termine "emo" sono abbastanza d'accordo con le parole di Guy Picciotto:
"I've never recognized "emo" as a genre of music. I always thought it was the most retarded term ever. I know there is this generic commonplace that every band that gets labeled with that term hates it. They feel scandalized by it. But honestly, I just thought that all the bands I played in were punk rock bands. The reason I think it's so stupid is that - what, like the Bad Brains weren't emotional? What - they were robots or something? It just doesn't make any sense to me."

Ad ogni modo qui da scaricare/ascoltare trovate la ristampa contenente anche l'EP postumo All Through a Life chiamata "End on End", che contiene praticamente la loro discografia, salvo il "Six song demo" uscito l'anno scorso, roba da fan... ovvero chiunque di voi tra un mesetto dopo aver divorato questo disco a dovere.
Ah, Picciotto e Canty finirono nei Fugazi, non basta ancora come garanzia?!



prova ad ascoltare:

martedì 17 settembre 2013

Melvins - Ozma - 1989


Nella musica come nella vita c'è sempre chi traccia le strade e chi insegue.
Sebbene sia impossibile inventare qualcosa dal nulla, c'è da distinguere chi imita le proprie influenze e chi invece le elabora fondendole creando qualcosa di tutto sommato "nuovo".
I Melvins più o meno fanno parte di questi ultimi, sapientissimi nel imparare la lezione "doom" impartita dai Black Flag del lato B di My War con tutti gli echi sabbathiani che ne derivano con una sezione ritmica ossessiva, squadrata e spiazzante.
Pesante, roccioso e selvaggiamente compatto, questo disco insieme alle loro prime uscite daranno il la all'esplosione del grunge.
Nei dischi successivi si apriranno a sperimentazioni, influenze più massicce con altri generi, ma l'essenza dei melvins secondo me sta proprio qua.
Qualcuno noterà la cover dei Kiss, gruppo più volte citato da Buzzo come grande influenza, ricordo anche un'intervista in cui parlava delle accordature usate da simmons e soci e di come si siano ispirati a queste per determinati pezzi.



list en:

lunedì 16 settembre 2013

Butthole Surfers - Psychic... Powerless... Another Man's Sac - 1984


Nella storia del rock band con nomi "particolari" ce ne sono stati, ma i precursori di ciò furono sicuramente i surfisti del buco del culo.
Al di la delle nomenclature anche sul fattore musicale innovarono eccome, formando un grosso calderone dove il punk si mischiava al folk, alla psichedelia, al country, al surf, richiami batteristici ai sabbath.
Avanguardia ma fatta con la giusta dose di ironia.
Questo loro primo lavoro secondo me poi rimase insuperato dai loro dischi successivi.
Paul Leary disse che il disco venne registrato in uno studio diciamo non proprio professionalissimo, e che durante le sessioni dormivano in un capanno degli attrezzi.
Se questi sono i risultati, ben venga il disagio.



pompa qui:

venerdì 13 settembre 2013

Jawbox - For your Special Sweetheart - 1994


Oggi andiamo di cuore, quei dischi che li metti su anche solo per scaldarti il cuore e sentire un po' di vibrazioni profonde.
Jawbox (se qualcuno conosce il motivo per cui un sacco di gruppi post-hardcore/punk rock sono fissati con il termine "jaw" mi faccia sapere!), fondati da J Robbins, che fu nell'ultima (e da me molto apprezzata specialmente con l'album You di cui sicuramente vi parlerò) incarnazione dei Government Issue, insieme alla bassista Kim Coletta, con un batterista che poi venne sostituito da Zac Barocas e si aggiunse pure Bill Barbot alla chitarra e voce.
Una discografia impeccabile, si dimostrarono di essere il gruppo giusto al momento giusto, e tra le tante perle sfornate, questa è la più luminosa, complice un passaggio all'Atlantic Records che garantì (credo) una registrazione più di qualità, ma soprattutto l'avere come produttore un certo Ted Niceley, noto per aver prodotto pure i primi immensi capolavori dei Fugazi.
Oggi non ho voglia di perdermi in futili discorsi su come suona questo come canta quello ecc..., è venerdì, inforcate le cuffie (o alzate le casse) e fatevi trascinare.



giovedì 12 settembre 2013

Pere Ubu - The Modern Dance - 1978


Il bello del post-punk è che lo si suonava già mentre il punk stava esplodendo.
Pere Ubu, ovvero uno di quei gruppi che ancora non ho capito come si pronuncia il nome, io perseguo nel modo italianissimo, che vede le pere affiancarsi alle prime 3 lettere di una delle più famose distribuzioni linux. Ma, visto che il loro nome deriva dal protagonista dell'opera teatrale francese "Ubu Roi" di Alfred Jarry, immagino si pronunci in francese, ma va bene così.
Il gruppo nasce dalle ceneri dei Rocket From The Tombs, gruppo sempre di Cleveland (ah, non avevo ancora detto che erano di li!), ceneri dalle quali nacquero anche i Dead Boys.
Insomma, primo disco, registrato tra il 76 e il 77 ed uscito a inizio 78. Spiazzante per l'epoca sicuramente, dove la violenza e l'irruenza del punk stava venendo fuori in pompa magna, i nostri non si limitano a riproporla ma la prendono e la strizzano su ritmi sghembi, cacofonie e deliri ambient, accompagnati talvolta da sax e musette, una sorta di cornamusa e da sintetizzatori impazziti.
Io ci trovo sempre un'angoscia che fa sempre bene e non stufa mai.
Se volete leggere recensioni più lunghe cercate su google.



provalo:

mercoledì 11 settembre 2013

MC5 - Kick Out The Jams - 1969


Erano in 5, erano di Detroit (= MotorCity), ecco che l'acronimo MC5 è composto (emsifaiv come mi piace pronunciarlo per darmi un tono molto inglish!). Gruppo che definire seminale è dir poco.
Il disco che propongo quest'oggi è il loro debutto Kick Out The Jams, un live incendiario, caotico, confusionario, psichedelico, violento... del tipo che ascoltato una volta distrattamente potrebbe far pensare "chi diavolo sono questi pazzi? hanno idea di ciò che stanno facendo?" e ce l'avevano eccome, ascoltato attentamente, oltre che a risultare un lucido manifesto di quella rivoluzione annunciata ma poi mai veramente esplosa (quantomeno a livello politico) è un chiaro segnale premonitore di quello che sarebbe successo al rock qualche anno dopo: volumi follemente alti, voce urlante e mai doma, il blues che raggiunge tinte heavy come mai prima di quel momento.
Mi sto accorgendo che sto scrivendo solo una valanga di cazzate, quindi vi lascio all'ascolto, motherfuckers!



qui:

martedì 10 settembre 2013

Zeke - Kicked in the Teeth - 1998


Oggi siamo della serie "legnate".
Questo è il disco con cui conobbi questo combo proveniente da Seattle, che dopo aver pubblicato un paio di lavori notevoli per IFA e Scooch Pooch approdano sulla grossa Epitaph, e grazie a ciò si fecero conoscere al grande pubblico, quindi ok, epitaph non merita certo pacche sulle spalle per come in passato ha trattato le band o per cosa sia diventata, ma tra i meriti ha quello di aver pubblicato gruppi davvero validi.
Rispetto al più sdoganato "death alley" di qualche anno dopo ha forse i suoni meno "in faccia" e meno assoli... forse è stato quest'ultimo fattore a farmelo preferire, in ogni caso 18 pezzi in 21 minuti e pure una cover dei Kiss.
Speed rock, pennate in giù, tupa tupa, droghe e motocross, tutto questo lo troverete negli Zeke.
Da ascoltare a volumi alti, alle 5pm mentre prendete il tè con i parenti!



ascolta i tuoi denti frantumarsi:

lunedì 9 settembre 2013

Minutemen - Double Nickels on the Dime - 1984


Classicone per classicone, non si poteva non tirare fuori questa (doppia) gemma degli anni 80. Il gruppo meno hardcore che suonava ai concerti hardcore.
Piacquero subito a Ginn, boss della SST records (e anche chitarrista di un gruppettino di quegli anni, vi lascio scoprire quale) che li produsse fin dal primo disco, nonché se li portò in tour diverse volte (passarono anche a Milano in quel dell'83).
Nell'84 viene fuori che quell'altro trio di innovatori di Minneapolis buttò fuori un doppio LP e quindi i 3 di San Pedro dissero "ehi, possiamo farlo anche noi!". Composto e registrato come al loro solito in "econo" mode nel giro di qualche settimana, è indubbiamente la loro prova più completa ed esplosiva, c'è dentro di tutto, ma proprio tutto, tanto che l'ascoltatore medio da video su youtube di 3 minuti magari potrebbe anche stufarsi di quest'ora abbondante di vaneggi funk, cavalcate punk dai contorni jazz e altra-parola-a-caso post.
Ogni lato fa riferimento a un componente della band, tranne il 4° che per stessa ammissione contiene gli "avanzi", che però prendono comunque a schiaffi un sacco di dischi iperprodotti e decisamente sopravvalutati.
Se volete approfondirli c'è un bellissimo e strappalacrime documentario chiamato "We jam econo".

You got to understand, we were never called Minutemen for, like, minute songs...
like we always got explained:
it was this parody on these right-wingers.
And the whole idea of rock bands being big giants.
We would be like minute men. (Mike Watt)





(as)colta:

venerdì 6 settembre 2013

Leatherface / Hot Water Music - BYO Split Series Vol.1 - 1999


Per chi mi conosce, sa che questo disco è pura scontatezza.
Il lato Leatherface l'ho macinato centinaia di volte, e gli Hot Water Music rimangono una delle mie band preferite.
Un momento, quindi è meglio il lato Leatherface? Decisamente si, ma qui c'è ben poco di paragonabile, è una delle cose più belle e intense che il punk rock abbia mai partorito, non ci sono cazzi! Tipo che ok, Mush è un gran bel disco, ma questi sono altri livelli! Band più sottovalutata di sempre.
Questo fa si che il lato Hot Water Music risulti un po' oscurato, non che i pezzi non siano belli (anzi, The Bitter End è proprio da brividi), ma dopo che ti sei ascoltato i 6 pezzi degli inglesi ti sembra tutto un po' meno bello.
Sto esagerando? Forse si, è che sto cercando di far ascoltare i Leatherface a più gente possibile.
Per il download ho trovato solo un link torrent perché non si riesce a trovare da nessun'altra parte, ad ogni modo, apprezzate pure!




ascuelta:

giovedì 5 settembre 2013

New Bomb Turks - !!Destroy-Oh-Boy!! - 1993


Ci sono talmente tanti dischi da postare che la vera fatica è scegliere! Approfitto del fatto che un'amica ieri a cena mi ha tirato fuori i Turks per approfittarne e postare il loro primo e probabilmente insuperato lavoro (anche se... At rope's end...).
Registrato nel 92 e pubblicato nel 93 dalla europea Crypt Records (la quale rilascerà anche i successivi due dischi, e visto che ci siamo, proprio quest'anno in occasione del 20ennale di questo disco ha ristampato una versione deluxe di destroy-oh-boy in un bel gatefoldone che merita le manciate di euro che costa), nonostante il gruppo spesso non si aspettasse nulla il disco riscosse un discreto successo e guardate un po', dopo vent'anni siamo ancora qui a parlarne!
Musicalmente è un punk rock sporchissimo dalle tinte garage belle marcate, la registrazione non è esattamente "patinata" ma probabilmente è anche questo uno dei punti di forza di questo gioiellino.
C'è dentro pure la cover. Ve la dico? Si dai, è Mr. Suit dei Wire, gruppo di cui avrò modo di raccontarvi prossimamente!



aolstca:

mercoledì 4 settembre 2013

Pitchfork - Eucalyptus + Saturn Outhouse - 1990


Preannuncio che mi sta sul cazzo Pitchfork, intendo quella webzine pseudo hypster che ha la sana abitudine di rendere hype porcate senza senso. La odio anche perché per trovare una foto della band in questione ho dovuto penare non poco, le ricerche portavano tutte a quel sito!
Ad ogni modo, San Diego, anni 80, dopo l'ondata hardcore, che nella città non fu così presente come in altre città della california (come gruppi mi vengono in mente solo i Battalion of Saints), si forma questa band che mischia sonorità più dissonanti e meno veloci con il sottofondo punk rock. Composta tra gli altri dalla coppia Froberg/Reis che sia insieme che separati faranno il bello e il cattivo tempo in determinati ambienti musicali con altre band (delle quali vi parlerò sicuro in futuro).
Durano dall'86 al 90, giusto in tempo per far uscire l'LP Eucalyptus nel 90 e l'EP Saturn Outhouse nell'89, qui magnificamente riuniti nella ristampa del 2003 a cura di Swami Records (etichetta di John Reis). Io tengo come anno il 1990 perché mi piace così.
L'edizione originale uscì per Nemesis Records, che fece uscire tra gli altri anche il primo LP degli Offspring. (Su wikipedia c'è scritto che era di proprietà dell'ex manager dei Take That, ma penso sia una solita castroneria dell'internet. Se fosse vero però sarebbe una bombetta!)




ascuoulta:

martedì 3 settembre 2013

Pegboy - Strong Reaction / Three-Chord Monte - 1991


Chicago, chicago, chicago... a continuare a ripeterlo mi viene in mente quando da bambini si rideva di questa città con questo nome esilarante per un bambino (e non solo) di lingua italiana.
Ad ogni modo gran città Chicago, gran musica e gran gruppi sono usciti da li, oggi mettiamola sui Pegboy, gruppo punk rock fondato nel 1990 dai fratelli Haggerty (uno era in forze ai The Effiges e l'altro ai Naked Raygun, gruppi dei quali sicuramente vi parlerò in futuro...) e da altri due individui.
Il risultato è questo gruppetto che nel 2013 ai più risulta sconosciuto ma che ha lasciato comunque il segno (googlando un po' stamattina vedo che la cover della title track è stata fatta da gente tipo Rise Against, Coliseum, ...) e secondo me questo disco è proprio una bomba (a me piace pure il successivo Earwig).
Nello streaming vi propongo l'edizione contenente anche l'EP Three-Chord Monte uscito l'anno prima, non so se questo è presente anche nel download, ad ogni modo google lo sanno usare tutti quindi datevi da fare!



ascolta:

lunedì 2 settembre 2013

Nation of Ulysses - Plays Pretty For Babies - 1992


Stamattina mi sono svegliato e mi son detto... perché non mettere su i Nation of Ulysses?
Però invece del mio solito e preferito 13-Point Program to Destroy America mi son messo su il loro secondo lavoro, meno punky, più jazzy, sempre una cazzo di bomba.
Testi politicissimi ed eclettismo musicale, c'hanno pure la tromba.
Tanto per far capire che i Refused non hanno inventato niente.



ascoltare qui:


domenica 1 settembre 2013

Helmet - Strap It On - 1990


Inizio questo bloggettino al quale auguro una lunga durata anche se prevedo che mi stuferò.
L'inaugurazione la concediamo agli Helmet, band newyorkese che negli anni 90 diede un bel contributo a costruire quella strada che univa il post-hardcore e il metal (io li associo sempre ai Quicksand). E tipo il chugga chugga di qualche anno dopo gli deve più o meno tutto.
Alla batteria c'era un certo Stanier, poi nei 00's in forza ai Battles.
Un folgorante debutto, e merita più di un'ascolto.



ascolta: