Stamane, dopo una domenica sera ossessiva nel ripetere sempre lo stesso disco, mi risveglio con un pezzo tratto dallo stesso stampato in testa. Nessuna idea, in nessun modo.
In aiuto mi vengono dei cari consigli, teste parlanti. Ecco... 77!
Purtroppo non ho trovato alcun aneddoto carino e ammetto di non aver mai letto libri riguardanti alla banda di Byrne e soci, ma posso sicuramente affermare che, come spesso accade, il loro disco che preferisco è il primo.
Il bello dei Talking Heads è che sembrano un gruppo inglese, poi ti accorgi che sono di New York, anche loro del giro del CBGB che portò in auge gruppi come Ramones, Television, Heartbreakers, ecc... ecco, a differenza dei loro soci avevano una minore tendenza verso le droghe e l'autodistruzione, non ci sono le chitarre distorte ma un basso pulsante dal sapore quasi dance, ritmiche fredde e minimali.
Nel complesso i pezzi sembrano canzonette (tipo il ritornello della superconosciuta Psycho Killer), ma sotto questa ballabilità e orecchiabilità si nascondeva un angoscia palpabile nei testi (che ovviamente non ho letto, ma deduco da quello che si capisce ascoltandoli).
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